lunedì 22 aprile 2024

Dio dà tutta la sua vita per te, ora, così come sei, conoscendo tutto di te!


Brano su cui pregare: Gv 10, 11-18

Grazia da chiedere

Chiedi al Signore la grazia di sentirti pecorella conosciuta, amata, custodita, salvata da Lui che è il buon pastore.

 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

Leggi per intero il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni da cui sono tratti i versetti 11-18.

Gesù si presenta come il «buon pastore», Colui che «dà la propria vita per le pecore» (v. 11). Non hai da temere: il buon pastore è con te per darti la vita e rimane con te anche quando vede venire il lupo; il buon pastore non permette che il lupo ti rapisca: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano» (v. 28).

«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me» (v. 14). Il buon pastore conosce ciascuna delle sue pecore, il buon pastore ti conosce. Non sei cristiano per caso, non sei uno dei tanti: sei quella pecorella che il pastore conosce ed è disposto a cercare finché non la trova, offrendo tutta la sua vita per salvarla: «… e do la mia vita per le pecore» (v. 15). Il salmo 139 dice: «Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. […] Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità» (139, 1-4. 23-24). Dio conosce tutto di ciascuna delle sue pecorelle e l’ama per intero, conoscendo anche tutto ciò che agli occhi della pecorella è fragilità, limite, peccato, vergogna da nascondere. Dio dà tutta la sua vita per te, ora, così come sei, conoscendo tutto di te! Niente e nessuno può diminuire il valore che tu hai davanti a Dio!

«… io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso» (vv. 17-18). Nessuno toglie la vita a Gesù; è Lui a donarla! In ogni luogo, in ogni tempo, in ogni situazione (anche sulla croce), nel nome di Gesù puoi offrire la tua vita, puoi amare, dare la vita e riceverla da Lui di nuovo!

 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

martedì 26 marzo 2024

"Davvero quest’uomo era figlio di Dio!" (Mc 15, 39)

Brano su cui pregare: Mc 14, 1 – 15, 47

Grazia da chiedere

Chiedo al Signore la grazia di essere sempre in cerca di Lui!

 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

Il racconto della passione e morte di Gesù ti fa incontrare Dio: Dio è uno che puoi toccare, puoi ungergli i piedi con il profumo, puoi mangiare e bere con Lui, puoi parlarci e ascoltarlo, fargli domande, offrirgli il tuo aiuto e la tua protezione, vegliare e pregare con Lui, amarlo, tradirlo, processarlo, rinnegarlo, accusarlo, condannarlo, coronarlo di spine, insultarlo, consegnargli una croce da portare, puoi portare la sua croce, inchiodarlo alla croce, tirarlo giù dalla croce, vederlo soffrire e morire,…

Il racconto della passione e morte di Gesù ti consegna un Dio che si fa così prossimo a te da essere completamente a tua disposizione, interamente nelle tue mani. Il racconto della passione e morte di Gesù ti permette di guardarlo in volto, e quando ti fermi a guardare qualcuno in volto, quando lo osservi con attenzione, non sei più come prima. La durezza di cuore può essere così grande e ostinata da non permetterti di vedere colui che incontri, tanto da restargli indifferente o addirittura da insultarlo, sputargli addosso e crocifiggerlo… Ma se ti prendi il tempo di guardare il tuo prossimo in volto, quando lo vedi veramente, non ti è più possibile l’indifferenza, non ti è più possibile alcuna forma di prepotenza o violenza.

Il racconto della passione e morte di Gesù ti suscita un forte affetto per Gesù. Vorresti fare come la donna che rompe il vaso di profumo: «Ha compiuto un’azione buona verso di me. […] Ella ha fatto ciò che era in suo potere, …» (Mc 14, 6.8). Fare ciò che è in nostro potere è amare qui e ora, senza distrazioni, senza calcoli, senza condizioni; fare ciò che è in nostro potere significa non restare indifferenti ma prendersi a cuore il Cristo che incontri nel tuo presente, nel tuo quotidiano.

Il racconto della passione e morte di Gesù ti rivela che è possibile stare con Lui fino alla fine, cercarlo e incontrarlo anche nella situazione più difficile, disperata, assurda in cui puoi capitare e che c’è sempre un momento in cui tutto si compie e l’amore viene riconosciuto: «Davvero quest’uomo era figlio di Dio!» (Mc 15, 39).

 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

venerdì 22 marzo 2024

Che diabolica tentazione è il “Diritto di selezione”!!!


Il "Diritto di selezione" è il diritto che per tutta la vita cerchi di avere, ma che non avrai mai, e non perché non te lo riconoscono (anzi, te lo riconoscerebbero in tanti, forse quasi tutti), ma perché semplicemente non esiste ed è un bene che non esista: non c'è e non c'è mai stato un diritto a selezionare!!!
 
E quando uno se lo prende...
e quando uno se lo prende...
e quando uno se lo prende...
... GUAI!!!
 
Quando uno se lo prende, accadono genocidi, guerre, campi di sterminio, soluzioni finali, fame, malattie e pestilenze, bombe atomiche, stragi, terrorismo, dittature, omicidi, violenze, prepotenze, ingiustizie, stupri,... inferni terreni ben peggiori di quello eterno (perché dal diavolo l'inferno te l'aspetti, ma dall'uomo, da tuo padre, da tua madre, da tuo fratello, da tuo marito, da tua moglie, da tuo figlio, dall'amico, dal nemico,... violenze, cattiverie, brutalità e crudeltà non te li aspetti mai, perché è violenza dell'uomo su un altro uomo e l'uomo t'aspetti che sia sempre umano).
 
Ciclicamente nella storia vengono affermati diversi "diritti di selezione": diritto di selezione di chi può vivere e di chi non può vivere; diritto di selezione di chi può nascere e di chi non può nascere; diritto di selezione di chi può crescere e di chi non può crescere; diritto di selezione di chi può lavorare e di chi non può lavorare, di chi può parlare e di chi non può parlare, di chi può essere libero e di chi non può essere libero, di chi può mangiare, bere, vestirsi, curarsi e di chi non può mangiare, bere, vestirsi, curarsi; diritto di selezione di chi può difendersi e di chi non può difendersi; diritto di selezione di chi può sbarcare e di chi non può sbarcare; diritto di selezione di chi può stare in chiesa e di chi non può starci; diritto di selezione di chi può votare e di chi non può votare,... E chissà quanti altri diritti di selezione la fantasia umana ha generato ed è in grado di generare!
 
E ogni volta che s'afferma uno di questi diritti di selezione ci sono almeno tre inferni: un inferno per chi seleziona, perché la coscienza non la metti a tacere e, prima o poi, dovrai fare i conti con le tue selezioni e anche con le conseguenze delle tue selezioni e campagne di selezione: una infinita e profonda tristezza e disperazione; un inferno per chi viene selezionato e scopre che non ha diritto di vivere, nascere, vestirsi, mangiare, lavorare, sbarcare, soggiornare, essere libero, rispettato, curato,...; un inferno per chi viene selezionato e scopre che ha diritto di vivere, nascere, crescere, essere libero,... ma nemmeno lui può stare in pace perché sa che moltissimi altri non hanno o non hanno avuto la possibilità di vivere, nascere, crescere, amare, invecchiare, sbarcare, soggiornare, lavorare,...
 
A me non piace l'inferno, né quello eterno, né quello terreno!
Perciò spero e prego che il Padre nostro celeste mandi sempre un povero Cristo ad aprirmi il cuore, quando ho la tentazione d'affermare il mio diritto alla selezione!

giovedì 21 marzo 2024

mercoledì 20 marzo 2024

Il Papa

«Una simpatica rivista, Lilium, edita dal Seminario ginnasiale della diocesi di Milano, narra che un giorno il Tempo, sotto forma di un vegliardo, si presentò al Faraone. Il Faraone impallidì e si avvolse nelle fasce del suo mantello; le armi arrugginirono; il palazzo cadde in rovina; tutto intorno si fece deserto e silenzio.

Poi il Tempo andò a Babilonia, ad Atene, a Sparta, a Gerusalemme: per dove passava, tutto polverizzava.

Venne anche a Roma, salì il Vaticano e vi trovò un tremulo vecchio con la tiara. Credette di rovesciarlo con un soffio. Ma il vecchio gli chiese:

“Chi sei tu?”.

“Io sono il Tempo”.

“Io sono l’Eternità”.

E quel vecchio tremulo con la tiara fu l’unico che sulla terra trionfò del Tempo, e resta ancora là sul Vaticano, immortale.

“Un vecchio che non muore”: ecco la definizione del Papa, data dal De Maistre. Ogni volta, infatti, che s’era recato a Roma – da fanciullo, da giovane, da uomo – per vedere il Papa, vi aveva sempre trovato un vecchio, un vecchio sì, ma che non muore. Vecchio, per significare la profonda saggezza ed esperienza della vita; sempre vivo, per significare la perenne giovinezza della sua dottrina.

Non è forse l’identica parola, pronunciata in uno degli ultimi mesi della sua vita, da Pio XI?

Chamberlain, primo ministro dell’Inghilterra, si era recato da Lui in udienza. Ed il venerando Pontefice lo accolse dicendo: “Signor ministro, siete venuto a vedere un uomo morente. Il Papa, però, non muore. Quando ritornerete a Roma, troverete ancora il Papa”» (Mons. Francesco Olgiati, Schemi di conferenze, Vita e pensiero, 1950).

venerdì 15 marzo 2024

martedì 12 marzo 2024

Messaggio in bottiglia (1)


Cerca ogni giorno parole luminose e portale con te!
Sii grato a chi ti dona una parola luminosa
e offrine una anche tu a quelli che incontri.
 
Oggi,
cercando,
ho trovato la parola GRAZIA;
l’ho raccolta e
subito ho visto squarciarsi il buio
dei dolori e delle sofferenze,
delle ingiustizie e dei fallimenti,
delle delusioni e delle amarezze,
delle cose che sembrano non andare mai a posto
e delle violenze e delle guerre
che sembrano non voler finire mai.
 
GRAZIA dice di Qualcuno più grande.
GRAZIA dice di un amore che prende l’iniziativa
e risponde al male con il bene,
alla guerra con la pace,
all’odio col perdono.
GRAZIA dice di Uno
che offre per me la Sua vita
e non prende, non sottrae la mia vita.
GRAZIA dice di una luce
che nemmeno la tenebra più scura
potrà mai spegnere